IN CAMPIDOGLIO, CUORE DELL’IMPERO TRA LETTERATURA E TEATRO

NERO CLAUDIUS CAESAR AUGUSTUS GERMANICUS

Romanzo storico su fonti classiche della scrittrice Alessandra d’Epiro Dusmet de Beaulieu

Protomoteca in CAMPIDOGLIO  Roma 16 dicembre 2009

Con il Patrocinio della Città di Roma, Sindaco On. Ing Gianni Alemanno e  Assessore alle Politiche Culturali e della Comunicazione, On Dott Umberto Croppi,  nella Sala della Protomoteca in Campidoglio, l’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore al Pantheon ha invitato in Campidoglio i propri soci , dove sono stati recitati e declamati  scene e brani, da numerosi artisti e lettori, per la prima di Nero Claudius Caesar Augustus Germanicus, romanzo storico della scrittrice Alessandra d’Epiro Dusmet de Beaulieu, su collazione di fonti classiche, latine e greche.“Amo l’idea del meraviglioso…che tende all’ineffabile/amo l’idea della conquista…più che la conquista stessa/l’idea è grande…se vive oltre la vita dell’uomo/le idee che vivono nell’eternità…nell’eternità s’incontrano”. Questo l’incipit del romanzo con le avvincenti parole di Alèxandros, Alessandro Magno, nella intensa  interpretazione  della scrittrice, premesse dal ricordo delle note soffuse di un canto  in francese di un eterno giardino tra i busti marmorei e gli arazzi cremisi del cuore del grande Impero . La scrittrice, nella struttura del romanzo, predilige la retorica greca e latina nella elezione e nella composizione di parole e di immagini in un testo che, come in Shakespeare, può essere reading e performance, può essere letto, declamato e rappresentato, in armonia di letteratura e di teatro. Le voci narranti, i registri linguistici, i toni,  persino il lessico e la sintassi e le modalità relazionali del romanzo variano, nel talento artistico, al variare dei personaggi e dei contesti in una realtà umana eternamente caratterizzata da forti e deboli, ricchi e poveri, gioia e dolore in diverse combinazioni e proporzioni che determinano, travolgono e stravolgono i destini degli uomini. L’amore ed il potere sono i temi centrali intorno a cui si snoda l’intreccio di vite che tornano dall’oblio del tempo a raccontare nel presente un passato che di già al presente appartiene. La scena iniziale e finale è ambientata ad Anzio, nella baia imperiale “ In una corte di fiocchi d’avorio di candide farfalle..”, nella magia delle parole dell’ Augusta Madre, che rimaterializzano la sua personalità forte e fiera di superbe discendenza, nel profondo amore verso il figlio diletto, ed altresì nella sensualità delle parole di Poppea che attende il fugace amplesso, per la devozione alla dèa Iside. La scrittrice abilmente compone lo scritto di un Tacito inedito  così esordendo: “Consilium mihi…tradere…sine ira et studio…quorum causa procul habeo…”, che desidera liberare Cesare dalle mendaci ombre della storia, per restituirgli merito, in un susseguirsi di episodi cruenti e soavi, erotici e solenni che seducono il lettore e lo spettatore dall’inizio alla fine. Nel romanzo versioni diverse per la morte di  Britannico, di Agrippina, di Ottavia e di Poppea. L’Imperatore Nerone viene “arditamente ma non infondatamente accostato ad Alessandro Magno”, tra realtà e fantasia, storia ed immaginazione,  come scrive nella Prefazione  il Presidente dell’Istituto  Guardia d’Onore al Pantheon in Roma, il Cap di Vasc Dott Ugo d’Atri,  nell’intento di traslare la koinè politica nella koinè estetica, sottolineando anche nella Prolusione la storicità dell’Istituto, attenta a tutelare e promuovere il patrimonio culturale della Nazione. Nerone, talento politico ed artistico di gusto aulico ed ellenico, desidera una cultura superiore greco-romana, per un Impero cuore dell’ Europa basato sulla convivenza di etnie diverse, nella pace e nella prosperità economica e può chiudere le porte del tempio  Giano come nell’era di Augusto.  Le tecniche narrative, nella forma autobiografica e del narratore onnisciente in terza persona, con dialoghi in latino, enfatizzano la storicità del contesto e dei personaggi, in un alternarsi shakespeariano di scene di tragedia e di commedia, di gioia e di dolore, in flash forward e flash back  cariche di pathos intenso, nel linguaggio tacitiano, aulico, melodioso, ermetico  ed etereo, specialmente nei monologhi interiori da cui emerge la straordinaria personalità anche della madre di Nerone, Agrippina Minore, la donna più bella del suo tempo, la cui bellezza attraversa ben quattro Imperi, di Tiberio, di Caligola, di Claudio, di Nerone, discendente dall’Achille Germanico ed accostabile ad Olimpyas, Principessa d’Epiro e madre di Alessandro Magno. Sullo sfondo la bellissima Villa Imperiale di Anzio,  città natale dell’Imperatore, la Domus Aurea,  l’erto viale della vittoria, dei trionfi di pace e non di guerra, di arte e non di violenza, di agon e certamen nella paideia, i Fori di Cesare e di Augusto, il Palatino ed il Campidoglio, in suggestivi intrecci tra storia, mito e leggenda. L’enfasi e la bravura di  dieci artifices e lectores, ha ben trasmesso in ventinove scene le immagini di sentimenti senza spazio e senza tempo attraverso le quali si eterna nel romanzo l’inscindibile legame di aretè , di eccellenza tra Alessandro e Nerone, che dipinge gloriose pagine di storia: Giulia Bartoli ed Elvio Calderoni, intrigante Poppea ed avvincente Nerone, Alessandro Carpinelli, Gabriele Cialdini, Gabriele Mariani di Corneto, Riccardo Rana, lettori della Guardia d’Onore, bravi nell’armonia di toni lieti e tristi, Ivana Moser,  Agrippina Augusta, Valeria Pistillo, sensuale Poppea, Melissa Regolanti, Agrippina Minore, Guido Saudelli, Nerone intraprendente, Lorenzo Trapassi, intelligente e dominante Seneca,  Dario Sandro Vaggi, Nerone Imperatore saggio e prudente hanno riportato alla vita i personaggi di una narrativa che esula da spazi temporali e che trascende i luoghi .Emozionante ed eccellente il dialogo in latino tra Nerone e Seneca, momento di eternità nel tempo, tra l’allievo ed il maestro nella splendida interpretazione di Dario Sandro Vaggi e Lorenzo Trapassi e della  imponente Augusta Mater, Ivana Moser.Suggestivo il momento dell’omaggio della rosa blu in nastro di seta blu, auspicio della bellezza di un sogno impossibile che la scrittrice ama donare, dopo la commovente scena “ Feri !...Ventrem Feri!” , con una  intensa ed indomita Agrippina, Melissa Regolanti. Enfatici  e dotti intermezzi i passaggi di scena evidenziati con  cura,  delicatezza ed eleganza dal Prof Eugenio Bartolini. Il tutto in una cornice di raffinatezza e di classe emblemi del Cerimoniale del Campidoglio, anche nel pubblico colto ed attento di numerosissime autorità militari, Ufficiali di Carabinieri, Esercito, Guardia di Finanza, Marina Militare, Croce Rossa, religiose, politiche. Presenti anche gli Ordini Equestri . Le relazioni accurate e formali  con l’autorevole pubblico in abito scuro, affidate al  savoir faire   di Marco Calamai. Commozione per l’interminabile applauso finale del foltissimo autorevole  pubblico che riempiva la Sala del Campidoglio, cuore dell’Impero, dinanzi al quale la scrittrice si inchinava offrendo la rosa blu.

© COPYRIGHT 2006 All rights reserved - Proprietà letteraria ed artistica riservata Alessandra d'Epiro Dusmet de Beaulieu

no part of this web site pictures, images, articles, books,may be reproduced or transmitted in any form or by any means electronical or mechanical including photocopying, recording, or by any information storage and retrieval system without permission in writing from the author;every effort has been made to trace copyright holders and any rights will be aknowledged if notice is given to the author.