I Cavalieri di Malta
Dalle
tenebre di un'età remota
ed oscura, spente lealtà, solidarietà, verità e giustizia, per riconquistare
la luce perduta un eletto tra mille del popolo di Dio emerge per nobiltà,
coraggio, forza e devozione: il Cavaliere "L'anima a Dio, il corpo al Re.
il cuore all'amata, l'onore per me".
La benedizione alla spada del Cavaliere auspica che essa si elevi valorosamente
a difesa delle chiese, delle vedove, degli orfani, degli ammalali in un tripudio
di speroni e di insegne che diviene leggenda ed obbedisce a regole oggi
sopravvissute nella ritualità iniziatica. L'idea ospitaliera nata dall'incontro
tra Carlo Magno ed il Califfo di Bagdad, Harun Al Rashid delle Mille e una notte
è all'origine dell'Ordine degli Ospitalieri, oggi Cavalieri di Malta, quando
antecedentemente alla Prima Crociata, alcuni mercanti amalfitani pagando un
tributo annuo al Califfo Fatimita d'Egitto ottengono il permesso di edificare
entro le mura della città sacra di Gerusalemme, oltre ad una chiesa, un
ospedale, per l'asilo ed il soccorso dei pellegrini, che i Crociati di
Goffredo di Buglione vedono miracolosamente ergersi sulle rovine
dell'assedio.
Dirige l'ospedale Fra' Gerardo de' Sasso o di Tune primo Gran Maestro
dell'Ordine, detto Beato perché dimostra ai musulmani che era pietra il pane
lanciato ai Crociati affamati sotto le mura durante l'assedio; egli costituisce
una Confraternita Religiosa istituzionalizzata come Ordine Ospitaliero di San
Giovanni in Gerusalemme (1113) da Papa Pasquale II mentre con Fra' Raimondo de
Puy secondo Gran Maestro l'Ordine essa diviene una organizzazione militare di
uomini di pace e di guerra, frati cavalieri, monaci soldati, ibride figure
scaturite dalla Guerra Santa per ospitare, soccorrere, curare e difendere i
pellegrini. Cade prima il Regno di Gerusalemme sotto l'impeto delle orde del
Saladino (1187), rimangono Antiochia, i Principati di Tiro e di Edessa,
la Contea di Tripoli e la fiorente Giaffa, poi l'imprendibile Krak (1271) Qal'At
Al Hisn a presidio del Valico di Homs dove si congiungono le strade di
Tripoli, Aleppo e Damasco ed al prezioso approdo di San Giovanni d'Acri i
difensori si raggruppano su di un'unica torre che crolla sono l'urto degli
attaccanti, seppellendoli. Dal deserto al mare, il Gran Maestro Giovanni de
Villicrs porta le sue insegne a Cipro e seguono le conquiste di Rodi, Lero, Cos,
Nisiro, Calchi. Limonia, Castelrosso ed altre isole dell'Egeo.... L'Ordine dei
Cavalieri di San Giovanni, ora di Rodi, è una ricchissima Repubblica Marinara
aristocratica su modello genovese o veneziano, una milizia ecumenica delle più
nobili famiglie europee che vantano i quattro o anche i dodici quarti di nobiltà.
La flotta con l'ammiraglia Grande Carrak, vascello che si erge per oltre venticinque
metri sul livello de! mare con succedersi di ponti e sovrapponti distribuiti su
sei piani, in parte conservato nella Galleria dei Menestrelli del Palazzo del
Gran Maestro a Valletta, batte rotte oltre il Bosforo fino al Mar Nero
contrastando la marineria turca e la pirateria barbaresca e partecipando alla
presa cristiana di Smirne e alla vittoria di Lepanto.
Ma quando i rodioti implorano il Gran Maestro Villiers de l'Isle-Adam di
chiedere la pace ed il Sultano offre l'onore delle armi ai Cavalieri per il
valore dimostrato, essi lasciano l'isola di Rodi e fanno vela per Candia
(1522).
Nel 1530 Carlo V concede Malta in feudo ai Cavalieri chiedendo loro come
simbolico tributo un falcone da caccia l'anno; la leggenda del "falcone
maltese" narra che i Cavalieri, Signori del mare e Padroni dell'Isola, in
un bel gesto di gratitudine mandarono in dono all'Imperatore un falco d'oro
tempestato di gemme di inestimabile valore sogno, perduto di un naufragio, dei
predatori di tesori.
La Croce di Malta, è emblema di una forza multietnica, bianca sullo stendardo
rosso e sul mantello nero ad otto punte come le beatitudini e le Lingue dei
Paesi dei Cavalieri: Alvernia, Provenza. Francia, Aragona, Castiglia,
Inghilterra, Germania, Italia. A Medina, magnifica capitale al centro
dell'Isola, i Cavalieri preferiscono l'antico Castello di Sant'Angelo e
costruiscono Forte Sant'Elmo all'estremità della penisola di Sciberras che
divide i due porti di Birgu e Senglea, centro delle attività navali con
cantieri ed arsenali. Il Gran Maestro Jean Parisot de la Vallette, desiderando
costruire l"'Humilissima civitas Vallettae", poi rivale in bellezza
delle capitali europee progettata dall'ingegnere Francesco Laparelli inviato da
Papa Pio IV posa la prima pietra su cui viene edificata la Chiesa Parrocchiale
dell'Ordine, Nostra Signora delle Vittorie. La priorità spetta ai bastioni sul
mare, allo scavo di un fossato per proteggere la città dall'entroterra e alla
quadrettatura a rettangoli delle strade che scendono tutte quasi a picco sulle
acque.
La Sede dell'Ordine viene trasferita da Birgu ed ogni Lingua o Etnia possiede l'Auberge
o Quarticr Generale con attribuzione di competenze dell'Ordine: 1"Auberge
di Provenza è sede del Gran Commandeur, Tesoriere e l'Auberge di Pastiglia,
Leon e Portogallo del Gran Cancelliere dell'Ordine. Il Palazzo del Gran Maestro,
nel cui salotto gli affreschi illustrano la Creazione dell'Ordine, i ritratti
dei Papi testimoniano il riconoscimento del Pontefice come Capo Supremo e gli
episodi della vita di San Giovanni Battista, come la Decollazione del Caravaggio
nella Cattedrale, la devozione al Santo Patrono dell'Ordine, è iniziato dal
Gran Maestro Pietro del Monte e ultimato dal suo successore Jean Lesveque de
la Cassière; l'Armeria custodisce intere armature, armi, artiglierie e
archibugi tra cui una sintesi di antico e di moderno è una spada innestata su
una pistola con pietra focaia; nella Camera di Consiglio o degli Arazzi dei
Gobelin, Gioja. donazione del Gran Maestro Ramon Perellos y Rocaful per la sua
elezione, si riuniscono i Componenti dell'Ordine per deliberare.
Dal balcone sull'ingresso principale della Cattedrale di San Giovanni, definita
da Sir Walter Scott la più bella mai vista, il Gran Maestro si presenta al
pubblico dopo la propria elezione e poi siede sull'imponente Trono Episcopale
all'interno tra le Cappelle laterali delle Lingue dell'Ordine di calcare dorato
ed intarsiato sul pavimento di quattrocento lastre sepolcrali di marmo policromo
ornate dei blasoni dell'aristocrazia dei Cavalieri; la Biblioteca con gli
archivi dell'Ordine conserva l'Editto dell'Imperatore Carlo V con cui concede
Malta e le sue isole in feudo ai Cavalieri; l'Ospedale eterna la carità degli
appartenenti all'Ordine in Valletta come in Gerusalemme; il Teatro Manoel. del
Gran Maestro Anton Manoel de Vilhena, esprime la sensibilità artistica dei
Cavalieri che vivono con il personale dei loro paesi d'origine nei
baroccheggianti palazzi privati; la Zecca, la Fonderia e la Fabbrica di
Munizioni servono ad espletare le funzioni vitali dell'Ordine. L'Ordine diviene
Patronato per i talenti e promotore dell'Istituzione dell'Università. Durante
il grande assedio (1525) de la Valette sceglie di spiegare le esigue forze di
circa settecento Cavalieri e novemila uomini armati all'interno delle posizioni
fortificate di Forte Sant'Elmo, Birgu, Bormla e Senglea che meritano poi i
titoli onorifici di città Vittoriosa, Cospicua ed Invitta, contro Turchi e
Barbareschi alleati in un unico fronte navale da Costantinopoli ad Algeri con
cinquantamila uomini in prevalenza giannizzeri della Guardia Ottomana e predoni
del feroce pirata Draghut Pascià, che giace sconfitto a Draghut Point. Meno di
un quinto degli attaccanti vanifica le illusioni musulmane di trasformare
l'Isola in base per il controllo del Mediterraneo: "Malta d'oro, Malta
d'argento, Malta di metallo prezioso" cantano da quel dì i marinai della
Mezzaluna "Non ti prenderemo mai, anche se non sei che uno scoglio, anche
se non sei difesa che da un pugno di uomini; tu sei colei che ha decimato le
galere del turco, che ha sconfitto gli eroi di Costantinopoli ed
Algeri".
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I Cavalieri di Malta partecipano alla celebrazione del Corpus Domini di Papa Benedetto XVI insieme ai Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme foto inedita dall'archivio di S.E. Monsignor Tedesco, per gentile concessione a Alessandra d'Epiro Dusmet de Beaulieu |
Napoleone (1798) infrange la secolare neutralità dei Cavalieri per
impossessarsi dei loro tesori, rimuove gli stemmi e depreda le abitazioni; il
Gran Maestro Ferdinando von Hompesch vede morire i Cavalieri senza difendersi,
fedeli al principio che un Cavaliere non debba mai levar la spada contro un
altro Cristiano, pertanto la resa è comprensibile solo se ricondotta a tale
imperativo ideale: l'Ordine ha in mare due vascelli, una fregata e tre galere,
sugli spalti della terraferma millequattrocento tra cannoni e mortai di vario
calibro mentre il presidio dell'Isola è di trecentotrentadue Cavalieri,
milleduecento armigeri del Reggimento di Malta ed una Milizia locale di
dodicimilaottocento uomini, oltre ai battaglioni da sbarco delle unità navali,
trecento uomini sulle galere e trecento sui vascelli.
Nel 1827, il Sovrano Ordine Militare di San Giovanni di Gerusalemme, Rodi e
Malta, dopo l'innalzarsi sulla Croce di Malta della bandiera francese ed
inglese, si insedia a Roma per concessione di Papa Leone XII e tuttora vi
risiede come unico Ordine con sovranità e personalità giuridica
internazionale, autonomia economica e immunità diplomatica il cui Gran Maestro
è un Capo di Stato e le cui attività sono regolate dal Codice Melitense che
pone al primo posto tra le sue fonti i provvedimenti legislativi emanati dai
Pontefici.
Malta rimane l'Isola del Sole intramontabile della gloria che, nel nome della
capitale, dissolvendo le nebbie del passato evoca la vittoria di Jean Parisot de
la Valette ...
Alessandra d'Epiro Dusmet de Beaulieu
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Riferimenti bibliografici:
1 Cuomo F. Gli Ordini Cavallereschi.
Newton e Compton, Roma 2004
2 Llull R. Libre del Orde de Cavalleria (1275), Roma 1983
3 Pecchioli A. Storia dei Cavalieri di Malta, Roma 1978.